Enzo Mari
Novara, 1932 – Milano, 2020
Enzo Mari nasce a Novara nel 1932.
Studia all’Accademia di Brera dal 1952 al 1956 e approfondisce soprattutto i temi della psicologia della percezione visuale. Finiti gli studi, si dedica al nascente mondo del disegno industriale e presenta il suo primo progetto a Danese (produttore di arredi) nel 1957.
Una volta conclusa l’epoca d’oro degli anni ’60 e ’70 Mari è critico verso l’evoluzione del design e ne attribuisce le colpe al marketing. Nel 1999 Mari redige il Manifesto di Barcellona, in cui sostiene che è necessario ritornare alla “tensione utopizzante delle origini del design” e invoca un giuramento di Ippocrate.
Sin dagli anni ’50 partecipa ai movimenti di avanguardia legati al design, entra nel gruppo dell’Arte cinetica, dove ha modo di conoscere Bruno Munari, che esercita una profonda influenza sui suoi lavori futuri.
Nel 1963 diventa coordinatore del Gruppo Nuova Tendenza e ne organizza l’esposizione alla Biennale di Zagabria del 1965.
Dal 1963 al 1966 insegna presso la scuola della Società Umanitaria di Milano: fu la prima delle sue esperienze da docente. Durante quegli anni elabora una propria teoria sul design e la mette in pratica nei progetti nei settori del prodotto, della grafica e degli allestimenti. Per quest’opera è stato premiato nel 1967 con un Compasso d’Oro. Nello stesso anno comincia la sua collaborazione con le Ceramiche Gabbianelli.
Nel 1972 partecipa all’importantissima esibizione Italy: the new domestic landscape, al MoMA di New York, che segna la nascita della fama del “Made in Italy” nel mondo, facendo conoscere oggetti dei più grandi designer dell’epoca, come Vico Magistretti, Ettore Sottsass e Paolo Lomazzi. Mari prende parte alla mostra con il vaso reversibile Pago-Pago (1969) di Danese.
Nel 1974 Mari dà alle stampe Funzione della ricerca estetica, nel quale punta l’attenzione del dibattito sul design, dal prodotto alla figura del designer.
Dal 1976 al 1979 è stato presidente dell’Associazione per il Disegno Industriale.
Nel 1983 l’Università di Parma gli ha dedicato una personale con una collezione di 8.500 schizzi e disegni originali donati da Mari al Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’ateneo.
Oggi le opere di Mari sono esposte nei principali musei di arte e design del mondo, tra cui la GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) di Roma, il MoMA di New York e il Triennale Design Museum di Milano.
Muore il 19 ottobre 2020, all’età di 88 anni, durante il ricovero in ospedale per le complicazioni dovute al contagio da COVID-19. La sua seconda moglie, la curatrice d’arte Lea Vergine, lo seguì il giorno dopo per le stesse cause.