Giulio Paolini
Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995
Giulio Paolini nasce nel 1940 a Genova e vive e lavora a Torino, dove si trasferisce con la famiglia dopo l’infanzia trascorsa a Bergamo.
È verso la fine degli anni ’50 che fa le sue prime prove pittoriche. Nel 1960 esordisce con la sua opera Disegno geometrico.
Nei primi anni ‘60 sviluppa la propria ricerca concentrando l’attenzione sui componenti del quadro. Nella sua prima personale del 1964 a Roma alla Galleria La Salita, presenta una serie di pannelli di legno grezzo appoggiati alla parete, che suggeriscono l’idea di una mostra in allestimento.
Nel 1965 Paolini introduce la fotografia nella sua ricerca artistica.
Tra il 1967 e il 1972 il critico Germano Celant lo invita a partecipare alle mostre sull’Arte Povera, che legano definitivamente al suo nome questa tendenza. Gli anni settanta coincidono con i suoi primi riconoscimenti ufficiali, partendo dalle mostre all’estero fino alle prime esposizioni nei musei. Nel 1970 partecipa alla Biennale di Venezia con l’opera Elegia.
Gli anni ottanta costituiscono il periodo più denso di mostre e retrospettive, accompagnate da importanti pubblicazioni monografiche. Mentre nel corso degli anni novanta l’approfondimento dell’idea di esposizione si declina in varie modalità come gli allestimenti, sempre più complessi. Il luogo dell’esposizione diventa il palcoscenico per eccellenza del “teatro dell’opera”, ossia dell’opera nel suo farsi e disfarsi.
Negli anni duemila il tema dell’identità dell’autore e la sua condizione di spettatore diventano sempre più centrali. La poetica e la pratica artistica di Paolini si connotano come una meditazione autoriflessiva sulla dimensione dell’arte, sulla sua “classicità” senza tempo e sulla sua prospettiva senza punto di fuga.