Franco Grignani
Pieve Porto Morone, 1908 – Milano, 1999
Franco Grignani nasce nel 1908 nel Pavese.
Verso la fine degli anni venti intraprende gli studi matematici a Pavia che successivamente abbandona a favore della propria passione: l’arte. Comincia con tele di ispirazione futurista, si laurea in architettura a Torino, dove entra in contatto con Fillia e l’ambiente del secondo futurismo torinese, che lo porta nel 1933 tra i 200 espositori nella “Grande Mostra Nazionale Futurista” di Roma.
Dopo la laurea si trasferisce a Milano dove inizia a lavorare e frequentare varie gallerie, tra cui il Milione.
Nel 1934 partecipa alla mostra “Scelta Futuristi Venticinquenni” presso la Galleria “Le Tre Arti” di Foro Bonaparte a Milano. Quasi tutti i dipinti di questo periodo della sua attività sono andati perduti e dal 1935 abbandona ogni riferimento figurativo per dedicarsi a delle sperimentazioni con la macchina fotografica, avvicinandosi ad avanguardie astrattiste e costruttiviste.
La guerra riserva a Grignani un’esperienza inaspettata: organizzare un corso di avvistamento aereo.
Ricordando quei momenti affermerà: “Sono di questi anni i primi pensieri sui problemi della visione e l’interdipendenza tra occhio e mente” quest’esperienza incanala la sua attività futura verso lo sperimentalismo visivo d’analisi.
Alla conclusione del conflitto, riprende la sua attività lavorativa nel graphic design, concentrando la sua attenzione allo sperimentalismo artistico.
Collabora con lo “studio Boggeri” assieme a gli altri grafici che hanno contribuito allo sviluppo della grafica in italia ed Internazionale quali: Walter Ballmer, Kathe Bernhardt, Ezio Bonini, Aldo Calabresi, Erberto Carboni, Fortunato Depero, Arnaud Maggs, Enzo Mari, e altri.
Nel 1965 è invitato, come relatore, al primo Congresso Mondiale sulla comunicazione umana, “Vision ’65” a Carbondale nell’Illinois, insieme a Max Bill, l’architetto geodetico Buickminster-Fuller, il filosofo e sociologo Marshall MacLuhan e Roger Stevens, consigliere per le arti dell’allora Presidente Johnson.
Fa parte della giuria di Typomundus XX/2 per la selezione della grafica di Comunicazione del ‘900, è membro della giuria della Biennale de l’Affiche di Varsavia, nel 1970. Richiesto da molte Università anglosassoni, rifiuta sempre di spostarsi dall’Italia.
Nel 1967 è eletto Membro Onorario della STA, Society for Typographic Art di Chicago, e nel 1972 partecipa alla 36° Biennale di Venezia, nella sezione grafica sperimentale.
Si impegnò in sistematiche ricerche di comunicazione visiva, utilizzando in modo intuitivo e concreto i fattori di organizzazione psicologico-strutturale studiati dalla Gestalt.
Nel 1972 partecipa alla XXXVI biennale di Venezia e nel 1975 il Comune di Milano organizza una sua antologica alla Rotonda della Besana.
All’inizio degli anni ’90 inizia un rapporto con Arte Struktura studiando anche una serie di disegni per le edizioni d’arte della Galleria.
Nel 1980, la Nuova Accademia di Belle Arti, NABA, gli chiede di entrare a far parte dello staff docente. E’ l’inizio di una lunga esperienza di insegnamento, che si coniuga con una incessante attività di ricerca e con la realizzazione di opere dall’impianto matematico sempre più complesso.
Alla fine del 1998 una malattia degenerativa lo obbliga all’immobilità e il 20 febbraio 1999 si spegne a Milano.