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2.6 | 7.7.2014

Emilio Scanavino è un artista quasi incollocabile, non è possibile definirlo e rilegarlo in una singola corrente.

Sicuramente il suo periodo più rappresentativo è stato quello dell’Informale a cui Galleria Tonelli dedica una personale, nel cuore di quella Milano che lo ha accolto per i suoi studi di architettura e l’evoluzione della sua arte dopo il periodo parigino.

Dal ’54 nelle sue tele comincia ad affiorare il suo segno caratteristico: il nodo stilizzato che caratterizzerà tutta la sua produzione successiva. Nei suoi quadri più tardi degli anni ’70 il “nodo” è delineato e riconoscibile, declinato in forme quasi inquietanti, macchiate di rosso sangue. Un segno poetico, come ci suggerisce il titolo della mostra.

Entrare nel suo mondo affascinante è complicato, ma è impossibile non esserne attratti.

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